Sinopsis
L’avidità, la sete di potere, la corruzione sono i tratti forti che, attraverso la loro inevitabile ereditarietà, delineano i personaggi de I Viceré e ne guidano nel tempo l’agire. Le vicende della famiglia catanese Uzeda di Francalanza, di antica origine spagnola, non sono nient’altro che mera lotta di sopravvivenza. Nel corso di tre generazioni, tante sono del resto le parti in cui è divisa l’opera, seguiamo la storia di questa nobile stirpe e il suo tentativo di resistere al crollo del regno borbonico conseguente all’avvento dell’Unità d’Italia. Quello che ci viene offerto è un grandioso affresco dell’epopea risorgimentale, visto attraverso l’ottica propria dell’aristocrazia. Abbiamo così l’opportunità di vivere dal di dentro la fine di un’epoca e la decadenza inarrestabile di una condizione sociale. Il romanzo, in bilico fra naturalismo e verismo, fa parte di una trilogia dedicata appunto alla famiglia Uzeda metafora di un certo tipo di mondo e di mentalità. Il ciclo inizia con L’Illusione (1891), prosegue con I Viceré (1894) e si conclude con L’Imperio, rimasto incompiuto e pubblicato postumo nel 1929. Non accolto all’uscita favorevolmente da tutta la critica, si pensi al giudizio sprezzante espresso da Benedetto Croce, il testo nel tempo è stato sicuramente riconsiderato, andando infine ad occupare un posto di primo piano nella nostra letteratura. Oggi è unanimemente considerato come il capolavoro indiscusso di De Roberto. Nel 2007 Roberto Faenza ne ha curato con successo l’adattamento cinematografico.
Federico De Roberto nasce a Napoli il 16 gennaio 1861. Scrittore vicino al verismo e alla poetica naturalista pubblica varie raccolte di novelle e alcuni romanzi, tra i quali I Viceré (1894) la sua opera più famosa e L’Imperio, rimasto incompiuto. Muore a Catania il 26 luglio 1927.